Venerdì 26 Giugno, ore 19.
La festa di Liberazione si apre quest’anno con l’interessante presentazione di un libro: “SENZA DEMOCRAZIA” (DeriveApprodi), di Alberto Burgio, docente di Storia della Filosofia all’Università di Bologna, già autore di “Modernità del conflitto”, “La forza e il diritto”, “Guerra” e “Per Gramsci”.
L’idea-guida del libro è che – lungi dal risolversi necessariamente in un indebolimento del sistema capitalistico – la crisi potrebbe dare adito a una forma di dominio ancor più oppressiva dell’attuale. Governi e istituzioni del capitale tenteranno il possibile non solo per salvare il capitalismo, ma anche per ristrutturare il sistema economico consolidando il comando sul lavoro e sui processi di riproduzione sociale e rinsaldando il controllo militare sulle aree strategiche (a cominciare dalle regioni ricche di risorse energetiche). Tali tentativi non lasceranno immuni nemmeno le istituzioni democratiche, già pesantemente colpite in questi anni nel nome della cosiddetta «guerra contro il terrorismo». L’analisi della crisi e delle tendenze autoritarie in atto è svolta in un’ottica storica di lungo periodo, nella convinzione che solo contestualizzando un processo è possibile comprenderlo e formulare previsioni non arbitrarie. D’altra parte, l’ipotesi prospettata non si presenta come una profezia. Il libro non manca di prendere in considerazione gli elementi controtendenziali, le emergenze critiche, i punti di conflitto. In una parola, le faglie attraverso le quali può determinarsi la rottura della tendenza reazionaria e l’avvio di una nuova stagione progressiva.
Nel sito dell’editore, trovate oltre alla presentazione di cui sopra un piccolo estratto molto significativo del libro. Qui invece l’indice del volume, e due interessanti recensioni, una di Francesco Garibaldo (pubblicata sul Manifesto) e una di Maria Grazia Meriggi (da Liberazione)
Discuteranno i temi del volume, assieme all’autore, Emiliano Brancaccio (Economista) e Tiziano Rinaldini (CGIL Emilia-Romagna).
A presto!
L’idea-guida del libro è che – lungi dal risolversi necessariamente in un indebolimento del sistema capitalistico – la crisi potrebbe dare adito a una forma di dominio ancor più oppressiva dell’attuale. Governi e istituzioni del capitale tenteranno il possibile non solo per salvare il capitalismo, ma anche per ristrutturare il sistema economico consolidando il comando sul lavoro e sui processi di riproduzione sociale e rinsaldando il controllo militare sulle aree strategiche (a cominciare dalle regioni ricche di risorse energetiche). Tali tentativi non lasceranno immuni nemmeno le istituzioni democratiche, già pesantemente colpite in questi anni nel nome della cosiddetta «guerra contro il terrorismo». L’analisi della crisi e delle tendenze autoritarie in atto è svolta in un’ottica storica di lungo periodo, nella convinzione che solo contestualizzando un processo è possibile comprenderlo e formulare previsioni non arbitrarie. D’altra parte, l’ipotesi prospettata non si presenta come una profezia. Il libro non manca di prendere in considerazione gli elementi controtendenziali, le emergenze critiche, i punti di conflitto. In una parola, le faglie attraverso le quali può determinarsi la rottura della tendenza reazionaria e l’avvio di una nuova stagione progressiva.
Nel sito dell’editore, trovate oltre alla presentazione di cui sopra un piccolo estratto molto significativo del libro. Qui invece l’indice del volume, e due interessanti recensioni, una di Francesco Garibaldo (pubblicata sul Manifesto) e una di Maria Grazia Meriggi (da Liberazione)
Discuteranno i temi del volume, assieme all’autore, Emiliano Brancaccio (Economista) e Tiziano Rinaldini (CGIL Emilia-Romagna).
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