giovedì 29 ottobre 2009

LA STORIA DEL BUSTO DI LENIN - PRIMA PARTE

Il busto di Lenin è stato donato al Comune di Cavriago dall'ambasciata a Roma dell'URSS in occasione delle celebrazioni del primo centenario della nascita di Lenin ed è stato collocato il 19 aprile 1970 nella piazza intitolata al fondatore dell'Unione Sovietica.

Il busto di bronzo fu realizzato nel 1922 da operai della città Ucraina di Lugansk (Voroshilovgrad).
Nel 1942 divenne bottino di guerra per le truppe di occupazione fasciste che lo trasportarono in Italia. Sul busto è possibile notare il foro di un proiettile e la targa apposta dai fascisti che recita "tratto dalla sede del partito comunista di Woroshilovgrad ad iniziativa della VI centuria della milizia nazionale della strada 22 luglio XX".
Dopo la liberazione il busto, recupearto in Toscana, fu consegnato all'ambasciata sovietica di Roma. Nell'ingresso del centro culturale è esposto il busto originale. In piazza Lenin è posta una copia realizzata negli anni 70 per preservare l'originale, vittima di alcuni attentati vandalici.

Il testo è parte dell'opuscolo "Lenin e Cavriago, breve storia del famoso busto" fatto stampare nel 2003 dal Comune di Cavriago.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Accordo separato dei metalmeccanici, il Prc chiede l'impegno della Provincia.


"La Costituzione all’articolo 39, comma 3, recita: ’I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce’. Tale principio democratico è stato leso allorquando i rappresentanti del 30% dei lavoratori metalmeccanici hanno stipulato un accordo separato con Federmeccanica ed è stato disdetto unilateralmente un contratto sottoscritto anche dalla Fiom-Cgil e ciò rappresenta un atto gravissimo senza precedenti nella storia sindacale del nostro Paese".

E’ quanto afferma in un ordine del giorno il capogruppo del Prc Alberto Ferrigno, aggiungendo che "stiamo attraversando una gravissima crisi economica e sociale che produce salari sempre più da fame e profitti incredibili per gli industriali" ed affermando che "il Governo Berlusconi intende peggiorare ancora di più - e per contratto! - le condizioni salariali e di vita dei lavoratori italiani".

Secondo il capogruppo di Rifondazione "separare il fronte dei lavoratori è il modo migliore per attaccare i diritti di tutti", pertanto nell’ordine del giorno Ferrigno chiede alla Giunta provinciale di "esprimersi sul diritto dei lavoratori di pronunciarsi, attraverso un referendum, sui contratti che regolano i loro rapporti di lavoro" e di "attivarsi affinché si avvii un confronto urgente in commissione consiliare, con tutte le organizzazioni sindacali e il presidente della Provincia, per conoscere le ragioni dell’accordo separato, riaffermare i principi democratici e cercare di ricomporre la frattura tra i lavoratori generata da un accordo illegittimo tra Federmeccanica, Fim e Uilm".