Nei mesi scorsi ci siamo trovati spesso d’accordo nei consigli comunali con il Partito Democratico nel ritenere quello della sicurezza un falso problema utilizzato dalla destra a scopi elettorali. Allo stesso modo abbiamo trovato una giusta convergenza nel prendere posizione contraria alla proposta leghista delle ronde per il controllo del territorio.
Oggi scopriamo che le giunte a guida PD della Val d’Enza investono una cifra enorme, superiore a quella stanziata per le misure anticrisi, in un apparato di videosorveglianza che ha lo scopo di fare sentire più sicuri i cittadini.
Qual è la differenza tra le ronde, che nessuno ha voluto, e le telecamere, che invece ora il PD fa installare? C'è un problema criminalità in Val d'Enza?
Davvero un impianto di videosorveglianza da 500.000 euro contribuisce a rendere più sicuro il nostro territorio? O paradossalmente alimentano implicitamente il sentimento di insicurezza già fortemente condizionato da massmedia che creano quotidianamente sospetto, diffidenza e paura?
E’ questa la risposta che il centro sinistra intende dare al disagio dilagante prodotto da una società che precarizza gli uomini e le donne, li rende incerti e assoggettati alla paura?
Riteniamo che questa misura rappresenti un grave errore politico delle giunte di centro-sinistra: se destra e sinistra non sono concetti relativi non è possibile proporre nei nostri comuni le ricette leghiste.
La polizia municipale diffonda i dati sui reati, sulla microcriminalità. Se, come crediamo, la Val d’Enza non va in controtendenza rispetto al resto del paese, scopriremo che sono in costante diminuzione. Si diffondano questi dati, si faccia contro informazione rispetto alla martellante campagna di paura diffusa dalle televisioni.
Da qui si parta per proporre nei nostri comuni altre ricette, che si fondino sulla solidarietà, sull’ospitalità, sull’integrazione. Si finanzino progetti e centri di aggregazione per combattere il disagio giovanile, si promuovano azioni a sostegno dei lavoratori in difficoltà, si sostengano attività a sostegno dell’integrazione degli stranieri. Invece di installare telecamere animiamo gli spazi che ora sono lasciati a se stessi e rendiamo fruibili le strade e le piazze delle città e dei paesi.
Questi sono i motivi della nostra contrarietà alle telecamere e queste sono le nostre proposte alternative.
Partito della Rifondazione Comunista, circoli di Bibbiano, Campegine, Canossa, Cavriago, Gattatico, Montecchio Emilia, San Polo d’Enza, Sant’ilario d’Enza.
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