martedì 23 marzo 2010

VOTA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

Se ti indigna la scelta del Governo Berlusconi di consegnare il servizio idrico ai privati e alle multinazionali e vuoi impedirlo.
Se pensi che sull'acqua non si debba speculare e produrre profitto e che la sua gestione della ritornare pubblica.
VOTA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

1 commento:

Anonimo ha detto...

ENIA-IRIDE: IL 51% AL PUBBLICO E' UN PASSAGGIO MIGLIORATIVO, MA NON MUTA IL NOSTRO GIUDIZIO NEGATIVO DI FONDO SULL'AGGREGAZIONE. PER TORNARE A VERE POLITICHE PUBBLICHE OCCORRE UN'INVERSIONE DI ROTTA.

In questi giorni si torna a discutere nei consigli comunali emiliani della fusione Enìa-Iride poichè viene sottoposta a votazione la proposta di introdurre nello statuto e nei patti parasociali il vincolo del 51% per cinque anni in mano al capitale pubblico.
Certamente questa proposta è un elemento migliorativo rispetto alle deliberazioni precedenti, ma non muta il nostro giudizio negativo di fondo sull'aggregazione Enìa-Iride. Sappiamo, infatti, che i privati -con il 49% - possono e potranno condizionare e determinare pesantemente scelte e indirizzi di società che dovrebbero al contrario perseguire interessi e obiettivi integralmente pubblici; sappiamo che la fusione provocherà un ulteriore allontanamento dai territori di servizi fondamentali per i cittadini quali acqua, gestione dei rifiuti e gas; sappiamo che l'opacità e la scarsa trasparenza sul piano decisionale che abbiamo denunciato in questi anni a proposito di Enìa proseguiranno a maggior ragione ora su una scala territoriale più ampia. A questo aggiungiamo l'incremento delle tariffe, il peggioramento della qualità dei servizi e delle condizioni - sempre più precarie - dei lavoratori. Per quanto ci riguarda, siamo contrari tanto alle privatizzazioni praticate con la "mannaia" da Berlusconi, come nel caso dell'acqua, quanto alle privatizzazioni quando vengono fatte dal centrosinistra. Chiediamo perciò un'inversione di marcia complessiva sul fronte Enìa e la ricostruzione di vere politiche pubbliche su questo fronte, cui gli enti locali emiliani hanno rinunciato in questi anni. Al posto di occuparsi se entrare o meno nel buisness del nucleare, come riportato nelle settimane scorse dalla stampa nazionale, i vertici di Enìa e di Iride dovrebbero occuparsi di come non svendere servizi che hanno tutelato in questi decenni gli interessi collettivi. E' ciò che continuiamo a chiedere.