Il busto di Lenin è stato donato al Comune di Cavriago dall'ambasciata a Roma dell'URSS in occasione delle celebrazioni del primo centenario della nascita di Lenin ed è stato collocato il 19 aprile 1970 nella piazza intitolata al fondatore dell'Unione Sovietica.
Il busto di bruonzo fu realizzato nel 1922 da operai della città Ucraina di Lugansk (Woroshilovgrad).
Nel 1942 divenne bottino di guerra per le truppe di occupazione fasciste che lo trasportarono in Italia. Sul busto è possibile notare il foro di un proiettile e la targa apposta dai fascisti che recita "tratto dalla sede del partito comunista di Woroshilovgrad ad iniziativa della VI centuria della milizia nazionale della strada 22 luglio XX".
Dopo la liberazione il busto, recupearto in Toscana, fu consegnato all'ambasciata sovietica di Roma.
Nell'ingresso del centro culturale è esposto il busto originale. In piazza Lenin è posta una copia realizzata negli anni 70 per preservare l'originale, vittima di alcuni attentati vandalici.
Il rapporto tra Cavriago e Lenin è singolare. Nel gennaio del 1919 il circolo socialista di Cavriago invio a "L'Avanti!" un ordine del giorno di plauso al giornale per le sue posizioni intransigenti e di appoggio agli spartachisti tedeschi, ai sovietici russi ed in particolare all'infaticabile Lenin.
L'ordine del giorno fu pubblicato da "L'Avanti" e fini cosi nelle mani di Lenin che il 6 marzo 1919 lo citò in un discorso alla seduta comune del Comitato Esecutivo Centrale del Soviet di Mosca, del Comitato moscovita del Partito Comunista, del Consiglio Centrale dei Sindacati e dei Comitati di Fabbrica e d'Officina di Mosca. Disse Lenin: "L'Avanti" è ancora sottoposto a censura rigorosa ma nel numero che ci è capitato di avere per caso leggo una corrispondenza sulla vita del partito da una località chiamata Cavriago (un angolino sperduto, evidentemente, perchè non si trova sulla carta geografica) e vedo che gli operai, dopo essersi riuninti, hanno approvato una risoluzione in cui si esprime simpatia al giornale per la sua intransigenza e dichiarano di approvare gli spartachisti tedeschi; seguono quindi parole che, pur scritte in italiano, sono comprensibili in tutto il mondo: sovietisti russi; gli operai salutano i sovietici russi ed esprimono l'augurio che il programma dei rivoluzionari russi e tedeschi sia accettato in tutto il mondo e serva a condurre fino in fondo la lotta contro la borghesia e contro la dominiazione militare. Ebbene, quando leggiamo una tale risoluzione di una qualsiasi sperduta pochekhonie italiana, possiamo dire a buon diritto che le masse italiane sono con noi, che le masse italiane hanno capito che cosa sono i sovietici russi, quale è il programma dei sovietisti russi e degli spartachisti tedesci.
Il primo ottobre 1920 nel corso della prima seduta del Consiglio comunale eletto il 26 settembre, ha luogo l'elezione del sindaco. Il Sindaco raccoglie quindcii voti, quattro sono le schede bianche e un voto è per Lenin. Da questo episodio nasce la leggenda, ma è solo una leggenda, di Lenin Sindaco Onorario di Cavriago.
Molti anni dopo la frase di Lenin fu citata da Palmiro Togliatti in un articolo "Lenin e noi" pubblicato da Rinascita (n° 5, maggio 1960) in occasione del sessantesimo anniversario della nascita di Lenin. Successivamente l'insieme di questi fatti fu ripreso da alcuni giornali sovietici e si giunse ad una serie di scambi che culminarono con il dono del busto (1970) e nel gemellaggio con Benderij (1971) città della Moldavia, all'epoca parte dell'URSS, e oggi repubblica autonoma. Sul rapporto Cavriago-Lenin e sul gemellaggio con Benderij esiste un volume "Un dialogo di civiltà" edito dal Comune di Cavriago nel 1971. Nel volume sono riportati: l'intervento di Lenin, l'articolo di Togliatti, articoli di stampa italiani e sovietici a partire dalla metà degli anni '60.
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