Da qualche tempo elementi di spicco dei DS e della Margherita locali, il futuro Partito Democratico, si stanno dando gran da fare a raccogliere firme per il referendum abrogativo dell’attuale legge elettorale. In questa loro fatica sono in buona e selezionata compagnia: Mariotto Segni, tale professor Guzzetta, il fine politico leghista Calderoli e, dulcis in fundo, Gianfranco Fini (dimmi con chi vai…). Che l’attuale legge vada cambiata è certamente cosa condivisibile ed era pure negli impegni della maggioranza. Chiediamo al Parlamento di fare una nuova legge, altro che referendum, perché se dovesse risultare vincente avremmo una legge peggiore di quella attuale. Il risultato sarebbe infatti quello di:
1. consentire, non tanto la riduzione del numero dei partiti, ma ad una minoranza di governare il Paese indipendentemente dai voti raccolti: riproponendo, peggiorandolo, il principio della legge fascista Acerbo (che almeno prevedeva il raggiungimento del 25% dei voti);
2. mantenere le liste bloccate dei candidati imposte dalle segreterie dei partiti senza alcuna possibilità di scelta degli elettori: trasformando i partiti in comitati elettorali e centri di potere clientelare;
3. mantenere l’assurdo premio di maggioranza su base regionale al senato, con le conseguenze negative che già vediamo
4. violare i principi costituzionali della uguaglianza del voto (art. 48 Cost.) e del diritto di tutti i cittadini ad associarsi liberamente per concorrere a determinare la politica nazionale (art. 49 Cost.)
Di tutto ciò i raccoglitori di firme ben si guardano di informare i cittadini, anzi compiono un’opera di vera e propria disinformazione. Per i motivi sopra esposti (ed altri ancora) la proposta di referendum deve essere respinta. Non si può infatti consentire il ritorno di leggi con LOGICA FASCISTA che tendano a formare oligarchie di potere.
Bisogna, comunque la si pensi sulla legge elettorale, garantire la funzione democratica e l’effettiva rappresentatività del Parlamento.
In ogni caso se i referendari, che certamente non condivideranno questo nostro ragionare, lo vorranno, noi siamo pronti (anzi lo sollecitiamo) ad un confronto pubblico davanti a tutti i cittadini per fare chiarezza. Attendiamo risposta.
Per queste ragioni, RIFONDAZIONE COMUNISTA, VERDI e SINISTRA DEMOCRATICA di Cavriago dicono NO al referendum.
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