mercoledì 26 marzo 2008

IL VOTO UTILE. DAVVERO.


L'italia è un paese particolare e la situazione politica lo dimostra. In un punto non ancora ben definito dello scacchiere politico (definiamoo di centro-sinistra) abbiamo un partito di reduci comunisti, che comunisti dicono di non esserlo mai stati, sommati ai reduci di un partito cattolico spazzato via dagli scandali dei primi anni novanta, tutti quanti coalizzati con il partito personale (decisamente centrista) di chi era il simbolo di quella stagione passata alla storia con il nome di mani pulite. Tralasciamo gli elementi laici e ultraliberisti, teodem e confindustriali. A prima vista può sembrare la ricetta di un polpettone ma, guardando bene... ci si accorge che è proprio così! Contrapposto al polpettone troviamo un contenitore, decisamente di destra, governato dall'uomo che, sempre in quei primi cruciali anni '90, entrò in politica per evitare di "dover portare i conti in tribunale" (e probabilmente molto altro dietro le sbarre), insieme ad alcuni eredi della tradizione fascista che la tradizione fascista ora la rinnegano, loschi individui in camicia verde e un folto gruppo di affaristi ed ex tangentari. Sembra un comitato d'affari monarchico e invece, guardando bene, ci si accorge che lo è, e decisamente anche. Ora entrambi i gruppi descritti, supportati da televisioni e giornali, invitano il l'elettore a votare per uno dei due schieramenti, al voto "nuovo", al voto utile. Avendo già visto che di nuovo non c'è poi cosi tanto vediamo di riflettere almeno sull'utile. L'elettore indeciso di sinistra che, per esempio, risede in Emilia Romagna e che asseconda il discorso del voto utile, sarà portato a votare per una di queste due coalizioni, quella che ritiene più affine alla propria sensibilità politica, quella definita di centro-sinistra ad esempio, per fare sì che ottenga la maggioranza in Regione. La legge elettorale al Senato dà certo più Senatori a chi vince ma distribuisce anche Senatori a chi perde, fissando uno sbarramento all'8%. Per questo motivo se nessuna altra forza, oltre alle due coalizioni, raggiunge lo sbarramento, succede che i senatori riservati a chi perde saranno tutti senatori della parte opposta a quella per cui il nostro elettore indeciso di sinistra aveva votato. Viceversa, se una forza politica (magari di sinistra) raggiunge l'8% avrà diritto ad alcuni senatori sottraendoli alla coalizione di destra. Ecco perchè il voto del nostro elettore indeciso di sinistra residente in Emilia Romagna non è utile se dato alla coalizione di centro sinistra ma è utile se dato a una forza politica di sinistra che se, grazie a quel voto, dovesse raggiungere l'8%, sottrarrebbe dei senatori alla coalizione di destra. Il vero voto utile è il voto a una forza politica di sinistra, senza centro.


Semplice no?


PS: parlare senza nominare? Yes, we can! Scoprite i soggetti politici suddetti!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E cosa si vince scoprendo i suddetti? A parte gli scherzi, era ora che qualcuno incominciasse a dire le cose come stanno visto che pd e pdl e i loro gazzettieri le tengono ben nascoste! Bravi.

Anonimo ha detto...

Un noto costituzionalista ha scritto questo articolo.. lo riporto per far riflettere un pò.


AL SENATO SI PUO' VINCERE MA SOLO CON IL VOTO UTILE
di STEFANO CECCANTI
Partiamo anzitutto da com`è nato il sistema lotteria con cui voteremo al Senato, Regione per Regione. C`era una volta, a differenza delle favole neanche tanto tempo fa, una maggioranza in crisi di consenso che prevedeva di perdere le successive elezioni politiche. Pensò di fare una legge che impantanasse la nuova maggioranza che le sarebbe presto subentrata nelle sabbie mobili di numeri molto ristretti. Nasce così il Porcellum Senato: un sistema complicato per uno scopo semplice.

A parte i 6 seggi destinati agli italiani all`estero, la Valle d`Aosta, il Molise e il Trentino Alto Adige, il sistema del Senato è fatto apposta per evitare che si formino maggioranze consistenti in seggi.

segue a pagina 27 a infatti ricordato che la Valle d`Aosta vota nel suo collegio uninominale, il Molise ha solo due seggi e con un sistema proporzionale li vede assegnare uno per ognuna delle sue forze più consistenti, mentre in Trentino Alto Adige per un delicato equilibrio costituzionale tra minoranze e maggioranze si è dovuto lasciare il Mattarellum (sei collegi uninominali e uno di recupero).

Nella grande maggioranza delle Regioni, in cui nessuno è in grado naturalmente, con la proporzionale, di ottenere più del 55% dei seggi, c`è un premio che scatta per portare chi arriva primo a quella soglia. Siccome tutti sappiamo che nel nostro Paese la geografia del voto è molto eterogenea, non accadrà mai che qualcuno vinca ovunque, ottenendo quindi il 55% dei seggi complessivo. Al di là del successo in voti, si fermerà molto probabilmente al 52 o 53%, 5-10 seggi sopra la maggioranza di 158, escludendo dal computo i senatori di diritto e a vita. C`era anche un`ottima scusa per depistare le colpe:

i moniti del Quirinale e di vari costituzionalisti che avevano messo in dubbio, tra l`altro, la legittimità di un premio nazionale al Senato. Quelle raccomandazioni sarebbero dovute servire a non approvare nessuna legge del genere a fine legislatura e invece furono strumentalizzate per giustificare un cambiamento in peggio, con una lotteria anti-governabilità di 17 premi indipendenti, che era perfettamente funzionale allo scopo di chi si vedeva perdente. Ciò che non fu previsto allora è che, una volta ottenuti gli effetti sperati sul centrosinistra, la stessa sorte avrebbe potuto anche ripercuotersi in seguito sul centrodestra medesimo.

Per di più ci sarebbe stata anche l`occasione di riparare, dando via libera all`incarico del Presidente Marini, ma così non è stato, nell`eccessiva fiducia sullo scarto in voti registrato a inizio campagna a favore del centrodestra. Terminata la ricostruzione storica, veniamo quindi alla situazione attuale.

Gli studiosi più prudenti, quelli che con un 30% di persone che questa volta, più del solito, si dichiarano ancora indecise, non se la sentono di fare previsioni troppo certe, danno per aperto, non scontato, l`esito sia alla Camera sia in undici delle Regioni in cui si vota col premio. Ricordiamoci peraltro che anche il migliore dei sondaggi fotografa realtà in rapido mutamento e ha margini non esigui di errore.

Resterebbero comunque fuori dall`incertezza a favore del Pd (e dell`Idv) Emilia, Toscana e Umbria, mentre a favore di Pdl (con Lega e Mpa) vi sarebbero Lombardia, Veneto e Sicilia.

Nelle sei Regioni sicure il voto dell`elettore può essere più libero, ricordando però sempre che se la lista votata è andata da sola, senza coalizioni, come la Sinistra Arcobaleno e l`Udc, quei voti si buttano se la lista non è in grado di arrivare alla significativa soglia dell`8% dei voti validi. Nelle undici Regioni incerte, così come alla Camera sul piano nazionale, conta chi vince anche solo per un voto:

solo il Pd (o il Pdl) coi relativi alleati sono in grado di correre per il premio, determinando in modo decisivo la composizione delle Camere. Il voto utile non è quindi un`invenzione astratta o una ricetta universale, ma è un riflesso ineludibile di questo sistema elettorale, tenendo conto dei comportamenti elettorali prevedibili. Per tutti gli elettori del Paese alla Camera (tranne i valdostani che in modo incostituzionale sono purtroppo esclusi dal conto per il premio), e al Senato per quelli di Piemonte, Liguria, Friuli, Marche, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna, la responsabilità è particolarmente grave.

Scegliere di votare per una forza minore, peraltro quasi sempre a rischio dell`8% di sbarramento o sicuramente al di sotto, significa aprire le porte alla vittoria del partito più grande dello schieramento opposto.

E` bene saperlo e diffonderlo sin da subito: ognuno vota come crede, ma ciascuno deve conoscere bene le conseguenze delle sue scelte per evitare recriminazioni successive. Si tratta di decidere se in quel sistema lotteria, con cui dobbiamo comunque fare i conti, si gioca per il premio massimo o ci si autolimita a un premio di consolazione.

Una postilla finale: su vari siti sembra farsi spazio una campagna astensionista, con varie motivazioni e con le più varie ed ingegnose modalità di realizzazione, nonché, soprattutto, con varie leggende metropolitane sui possibili effetti nell`assegnazione dei seggi. E bene ribadire una verità semplice: chi si astiene, vota bianco o nullo, chi dichiara nel seggio o fuori l`una o l`altra motivazione a favore della sua scelta di non dare un voto valido, dà vita a una protesta i cui effetti si esauriscono subito. Il 100% dei seggi di Camera e Senato si assegnano coi soli voti validi. Il premio di maggioranza alla Camera e i 17 premi al Senato scattano sempre e comunque, a prescindere da qualunque quantità di astenuti, bianche e nulle. Per quei 18 premi incidono solo i voti validi dati su un versante al Pd (e all`Idv), sull`altro a Pdl (con Lega e Mpa). Il sistema è sì una lotteria, ma chi non dà un voto valido perde subito il biglietto regalandolo agli altri.

Anonimo ha detto...

Colgo l'invito a riflettere e volentieri esprimo i miei dubbi relativi all'articolo postato da anonimo.

Intanto cerco di capire chi è Stefano Ceccanti.
E' una figura esperta e superpartes come si vuole fare credere dal titolo "noto costituzionalista"?

I famosi due minuti su google dicono che:

...È stato consulente dell'ufficio legislativo del gruppo DS-L'Ulivo alla Camera dei Deputati...
...oltre ad essere uno tra gli ispiratori del progetto del Partito Democratico ed eletto all’Assemblea Costituente......
....è candidato al Senato in Piemonte per il PD....

Per essere soft penso: potevo forse aspettarmi da un esponente del PD (anche se noto costituzionalista) un discorso diverso? certo che no.

Proseguo, e mi chiedo, in Emilia Romagna (cosi come in altre Regioni per altro) dove i sondaggi danno SA vicina allo sbarramento, non è forse meglio, anche per il PD, che raggiunga l'8% sottraendo senatori al PDL?

Poi, tra l'altro, le leggi del libero mercato che tanto piacciono a PD e PDL (o forse piacevano? o piaceranno? mah... dipende un pò da come si alzano i due Boss) non dicono che la concorrenza è un bene per i cittadini? Che fa bene al paese?

Quindi mi viene in mente la TV, chissà perchè.... E penso..
Negli anni 80 si è costituito il duopolio televisivo formato da Rai e Mediaset che, con il passare del tempo, ha portato i due gruppi ad assomigliarsi per non dire ad essere identici. Con buona pace del servizio pubblico e della qualità di prodotti e contenuti TV.

PD e PDL, che un duopolio aspirano a costituirlo, diventeranno uguali? Con buona pace del nostro amico elettore indeciso di sinistra che pensa che i propri valori seguano della linea PCI - PDS - DS - PD?

Domanda retorica. Sappiamo tutti che questo aavvicinamento è già iniziato. Le due coalizioni (perchè è questo che sono) hanno già iniziato ad assomigliarsi, tant'è che quotidianamente si accusano di plagio del programma.

Concludendo.
Penso che l'invito al voto utile, cosi come espresso dal noto costituzionalista ma anche (e sopratutto) esponente di spicco del PD, altro non è sia un tentativo mascherato di demolire la democrazia, la pluralità di voci ecc, affossando chi la pensa diversamente, escludendo dai luoghi di rappresentanza chi si oppone alla dittatura mediatica del pensiero unico, verso l'americanizzazione completa della politica e il definitivo passaggio da cittadino-elettore a elettore-consumatore.

ciao
L.B.

Anonimo ha detto...

A parlare sono semplicemente i numeri in Emilia-Romagna, dove noi voteremo: se SA raggiunge lo sbarramento, il PDL perde seggi al senato, senza minare l'eventuale successo del PD. Questo è uno scenario plausibile e soprattutto auspicabile. A meno che il PD non abbia paura di perdere anche qui con il PDL come nella bologna di Guazzaloca! Ma sarebbero davvero degli incapaci inetti...

Anonimo ha detto...

Correggo: auspicabile sarebbe SA al 51% e PD all'8% :)
Ma non si può avere tutto dalla vita!