lunedì 9 giugno 2008

L'UOMO E' UN ANIMALE SOCIALE


Un mese fa, l’8 maggio, pubblicavamo un post nel quale ci chiedevamo quale governo sarebbe stato il Berlusconi IV.

Il bilancio, dopo un mese, è drammatico, come previsto.

Il reato di clandestinità proposto dal governo Berlusconi (al di la della probabile inapplicabilità) rappresenta la punta più avanzata di un movimento politico-culturale che si fa sempre più largo in Europa, che fa proprie le tematiche della paura, della caccia allo straniero, della criminalizzazione violenta di intere etnie (basti pensare ai Rom) e che non può che fare tornare alla mente i fatti terribili di molti anni fa.

Parallelamente, le quotidiane invettive di Marcegaglia e Governo contro il contratto nazionale sono tese a destrutturare ancora in più un mercato del lavoro già vittima degli sconvolgimenti figli (o spacciati per tali) della globalizzazione (Pacchetto Treu, Legge 30) e a spostare ancora di più l’ago della bilancia dalla parte delle imprese nonostante le enormi concessioni economiche già ottenute nell'ultimo decennio.

Nella stessa ottica vanno letti i continui rilanci sulle privatizzazioni dei servizi e il prepotente ritorno al nucleare, che prende le mosse da una campagna di disinformazione mediatica che dura ormai da anni e che ha preparato il terreno per l'attuale proposta.

A questo quadro si aggiungono il nuovo (promesso) decreto legge sulle intercettazioni e la norma che militarizza le aree contese contenute nel paccheto sicurezza. La distanza dalle leggi fascistissime del '25 non è molta.

L’argine messo in piedi dalle forze democratiche dinnanzi a una offensiva cosi poderosa è un governo ombra, spesso supino, che raramente accenna una reazione contraria ma sempre ma in modo compassato, quasi complice.
Gli stessi sindacati, con la loro piattaforma di concertazione, non sono di certo schierati su posizioni tese allo scontro per l’ottenimento o la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, tutt’altro.

E’ quindi fuori dal parlamento dalle istutuzioni, nella sinistra, che deve nascere la forza di opposizione in grado di contrastare queste politiche.
Una forza che metta in campo una proposta di sistema alternativa alle destre, che offra una prospettiva nuova, che sfidi costantemente il Partito Democratico, provocando l'emorragia di voti di quelle persone che non possono sentirsi riconosciute in un partito che va a braccetto su molti, troppi temi, con le destre.

Solo con la costruzione di una sinistra chiara e non subalterna, qualunque sia il contenitore che emergerà dal Congresso di Chianciano, si potrà tentare di scardinare il processo di americanizzazione progressiva dell’Italia, bloccare l’offensiva al mondo del lavoro e rilanciare quel “l’uomo è un animale sociale” di cui si sente tanto la mancanza oggi.

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