Questo lo slogan che ama ripetere Olivier Besancenot, il giovane leader rivoluzionario che sta occupando la scena politica francese, mentre nella povera Italia, tra detassazione degli straordinari, smantellamento progressivo dell'intervento sociale, distruzione dello strumento del contratto collettivo nazionale, reintroduzione e rafforzamento di orrende forme di schiavitù-precariato, arriva la notizia di un rapporto OCSE secondo il quale non solo i salari sono inferiori del 20% rispetto alla media europea (mentre il potere di acquisto è inferiore del 22%) ma addirittura viene sfatato il mito dell'italiano che lavora poco, + 30 ore/anno rispetto alla media.
La situazione da questo versane è drammatica oltre ogni previsione nonostante questo da più parti continuano gli attacchi del Governo e di Confindustria ai lavoratori.
La sinistra e il Partito che uscirà dallo straziante congresso di Chianciano dovranno mettere al centro del proprio agire politico questi temi e da questi temi ripartire per ricostruire una opposione di popolo, seria e decisa.
Dovrà farlo fuori dal parlamento anche perchè nel luogo massima espressione della rappresentanza l'unica opposizione di fatto presente, l'Iitalia dei Valori, si occupa quasi esclusivamente di tematiche legate alla giustizia e, in ogni caso, la maggioranza prosegue per la propria strada forte di un consenso popolare che interpreta e utiliza come diritto divino (quale dialogo si voleva poi portare avanti con questa gente?).
Il Partito, che giustamente scende in piazza l'8 luglio contro le "leggi speciali" del governo Berlusconi in tema di giustizia, deve farsi carico di questi temi che sono la priorità assoluta del paese e dei lavoratori, presentandosi come alternativa seria e concreta alle destre di governo e alle titubanti opposizioni.
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