mercoledì 21 ottobre 2009

23 OTTOBRE: SCIOPERO DEL SINDACALISMO DI BASE

Lo sciopero generale del sindacalismo di base del 23 ottobre è un passaggio importante nella costruzione dell’opposizione al governo Berlusconi, che con la controriforma della contrattazione, con i tagli a scuola, sanità, enti locali, sta portando avanti un attacco senza precedenti al lavoro, allo stato sociale, alla democrazia. Un disegno tanto regressivo sul piano sociale, quanto autoritario sul terreno della democrazia.

Blocco dei licenziamenti e generalizzazione delle tutele per tutti i lavoratori, contrasto alla precarietà e riduzione dell’orario di lavoro, aumento di salari e pensioni, intervento pubblico in economia per salvaguardare le produzioni e avviarne la riconversione nel segno della sostenibilità ecologica, sono gli obiettivi che condividiamo della giornata di mobilitazione del 23.
Il Partito della Rifondazione Comunista aderisce perciò allo sciopero del 23 ottobre e invita i propri iscritti e simpatizzanti a partecipare alla piena riuscita dello sciopero e della manifestazione.

2 commenti:

Sovietista Cavriaghese ha detto...

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/economia/scioperi/sciopero-cobas/sciopero-cobas.html

Anonimo ha detto...

«Unificare le lotte, non pagare la crisi». Intervista all'SdL

di Francesco Piccioni

su il manifesto del 23/10/2009

Alle 10, stamattina, parte da piazza della Repubblica - e termina a S. Giovanni - la manifestazione nazionale che concentra la partecipazione allo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base. Parte importante di questa galassia è l'SdL, da anni protagonista delle vertenze in Alitalia. Parla Fabrizio Tomaselli, coordinatore nazionale.

Quale valore assume questo sciopero nel bel mezzo della crisi?
Arriva dopo mesi in cui la crisi ha cominciato a mordere pesantemente in termini di occupazione. Sono poi seguite le proteste dei precari e le lotte «sui tetti», che però sono state marginalizzate in singoli territori o aziende. Il valore di questo sciopero è tentare di unificare queste lotte. Magari non in senso letterale, ma almeno di fornire un quadro organico e un unico punto di vista, un approccio sindacale che non può che essere «generale». Le altre organizzazioni non fanno nulla: Cisl e Uil collaborano con governo e Confindustria, la Cgil è in balia della sua vertenza interna, ossia il congresso. Lo sciopero può perciò rappresentare un momento di rottura sia rispetto allo scontro interno agli altri sindacati, sia soprattutto tra i lavoratori, un momento alto di opposizione.

Matteoli vi ha ridotto l'orario sia per le ferrovie che per il trasporto aereo.
Avevamo già limitato a 4 ore l'agitazione nelle Fs, proprio per evitare che Matteoli agisse d'imperio. Non è bastato. Nel trasporto aereo fare solo quattro ore non serve quasi a niente; le aziende possono rimediare molto facilmente. E' evidente che si tratta di un attacco al diritto di sciopero in quanto tale. A febbraio il governo aveva chiesto mano libera per «riformare» completamente la materia. Ci sembra chiaro che siano stati stretti accordi per rivedere la natura della rappresentanza, in linea con l'«accordo separato» di gennaio (quello senza la Cgil, ndr) e un nuovo modello di contrattazione. Il tutto va nella riduzione degli spazi democratici nel paese.

Matteoli non perde un'occasione...
Stiamo per chiedere alla magistratura di indagare sul suo sistematico divieto di sciopero in Alitalia. Quando di agisce così, è legittimo il sospetto che non si stia «difendendo il diritto degli utenti», ma solo gli interessi di un'azienda particolare. Su cui, tra l'altro, il governo ha investito molto, sia come risorse pubbliche che come immagine.

Lo sciopero è indetto dal «patto di base», ma come va il processo di unificazione?
Lo sciopero è figlio del lavoro comune di due anni con Cobas e Cub. Ma riteniamo che debba comprendere anche altre forze, ancora non interne al percorso. Quali che siano le future forme organizzative del sindacalismo di base, la forma di aggregazione del «patto» va comunque mantenuta e sviluppata. All'interno di questo processo, noi - insieme all'RdB-Cub, lo Snater, categorie significative della Cub, ecc - sentiamo la necessità di far avanzare in tempi rapidi l'unificazione del sindacalismo di base. Non è un semplice ambito di «confronto» tra forze diverse, ma ha l'ambizione di rappresentare un'alternativa vera come sindacato di massa e democratico.