martedì 10 novembre 2009

ACQUA BENE COMUNE

Recentemente il Governo, con il decreto legge 135/09, ha accelerato verso a liberalizzazione delle acque pubbliche. Il provvedimento sarà discusso a partire da oggi (martedì 10 Novembre) in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, l’iter dovrà concludersi entro il 24 Novembre.
Se il decreto, che porta la firma di Fitto e Calderoli (alla faccia del federalismo e delle autonomie locali!) dovesse passare obbligherebbe tutti i comuni italiani a mettere in gara d'appalto i propri servizi idrici, introducendo, per legge, la soglia del 30% al pubblico e del 70% al privato

L’intento è chiaro: privatizzare l’acqua, consentendo a finanzieri, banchieri e speculatori di fare profitti su un bene pubblico fondamentale e indispensabile.

Con questo decreto, tra l’altro, l’Italia va in controtendenza rispetto per esempio a Francia e Germania che dopo aver privatizzato in anni passati ora tornano sui loro passi ri-nazionalizzando l’acqua.

Il forum italiano dei movimenti per l’acqua, che ovviamente esprime la propria contrarietà all'ingresso dei privati e al gioco delle Società Per Azioni, lancia una petizione on line contro il decreto.

Intanto ci chiediamo: Rifondazione si è battuta (da sola) perché la fusione tra Enia e Iride non garantiva che il 51% della società sarebbe rimasto in mano pubblica. Una scelta di coerenza che è costata l’espulsione della maggioranza che governava e governa Reggio Emilia. Perché aspettarsi che oggi, che la privatizzazione viene imposta per decreto legge dell’acqua, qualche altro partito, oltre a Rifondazione, sia contrario?

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