martedì 9 settembre 2008

STORIE DI PAESE: 1971-73 (CIRCA)


Prosegue la nostra rubrica sui racconti del passato. Anche qui le fonti sono i vecchi compagni, ancora piazza Zanti il luogo dove si raccolgono le testimonianze.

Il periodo questa volta è indefinito, siamo riusciti a circoscriverlo nel triennio 1971-73. A quei tempi la distanza tra piazza Zanti e la piazza Rossa di Mosca era molto più breve di oggi. Delegazioni cavriaghesi varcavano spesso il confine, la cortina di ferro, alla scoperta del paese del Socialismo Reale. E viceversa. Uno scambio culturale che durerà fino all’inizio degli anni ’80. Chi scendeva dall’aereo in terra sovietica, chiedeva di esservi seppellito in caso di morte prematura in trasferta (una voluta citazione/rivincita da/su “il compagno don Camillo”?).

Ma in albergo, ecco la prima, grande, delusione. Nel paese del comunismo realizzato, nel paese che aveva conquistato lo spazio prima degli americani, i compagni cavriaghesi scoprono l’atroce verità. Qualcuno dirà che hanno scoperto l’acqua calda: ovvero che non c’è l’acqua calda. Dai rubinetti esce solo acqua gelata, fumante tanto è fredda. Segue dibattito (e, immaginiamo, bestemmie).

Che fare? Protestare? La delegazione Cavriaghese si interroga e si divide. Si può criticare l’Unione Sovietica, il paradiso in terra dei lavoratori?

Contro i disfattisti, interviene il Compagno C. Senza timore alcuno, apre il rubinetto, mette le mani sotto l’acqua corrente, ed esclama una frase che ancor oggi è citata nei manuali del perfetto comunista cavriaghese:

Mó uêter egh î-v dal fôli, séintîv chì s’lé chêlda, l’é buleînta!
[“voi avete delle balle, sentite qui com’è calda, è bollente!”]

Supponiamo che un principio di congelamento alle mani fosse in atto.
Volere per credere o credere per volere?
Ancor oggi non sappiamo se qualcuno protestò ufficialmente...
[foto: Luca Brami]

3 commenti:

Anonimo ha detto...

si accettano correzioni alla frase in dialetto, mi è costata un'ora di ricerca sul dialetto reggiano, che comunque come tutti i nostri concittadini sanno è ben diverso da quello cavriaghese... chiedo perdono anticipatamente, ma gli accenti mi causano problemi anche in italiano.

Anonimo ha detto...

we love the cavriago's tales column!

Anonimo ha detto...

L'importante è crederci !
Magari acriticamente, ma crederci.
Se la frase in dialetto non è stata detta come battuta di spirito rappresenta quello che per la chiesa e "l'atto di fede" (non Emilio).