lunedì 7 settembre 2009

CHI PAGA LA CRISI

Pubblichiamo un estratto di un testo relativo agli effetti della crisi sull'occupazione recentemente pubblicato dalla Regione Emilia-Romagna:

"Le rilevazioni ISTAT, che ricomprendono i collaboratori a progetto nella popolazione dei cosiddetti lavoratori atipici, evidenziano che le “collaborazioni coordinate e continuative” e le “prestazioni occasionali d’opera” hanno interessato, in Emilia- Romagna, nel 2008, 39.339 persone di cui il 51,39% donne (20.196) e i rimanenti 19.143 uomini.

Queste tipologie contrattuali appaiono più presenti nelle classi di età più giovani (25-44 anni), dove incidono per il 59,5%, con le donne al 66,2% e gli uomini al 52,4%. [...]

Il 44,9% lavora con queste tipologie contrattuali da uno o due anni, ma sia per i maschi che per le femmine, la durata contrattuale percentualmente più numerosa è di sei anni ed oltre, con una percentuale rispettivamente di 29,2% e 32,3%.

Secondo i dati amministrativi rilevati dal SILER (Sistema Informativo lavoro dell’Emilia-Romagna) c’è stato nel 1° quadrimestre 2009, rispetto allo stesso periodo del 2008, una diminuzione dell’8% di contratti di collaborazione coordinata e a progetto, e che potrebbe corrispondere a circa 2.000 collaboratori che non hanno avuto il contratto rinnovato.

Supponendo che la tendenza del primo quadrimestre corrisponda alla tendenza media-annua ne risulterebbe un calo occupazionale dell’8-10% circa .

Prendendo in considerazione lo stock di occupati con queste tipologie contrattuali, circa 40.000, potrebbero essere circa 4.000 i collaboratori che nel 2009 rimarrebbero privi di lavoro e privi di ammortizzatori sociali. [...]

Nel primo quadrimestre dell’anno le imprese pubbliche e private della regione hanno effettuato poco più di 283mila assunzioni con contratto di lavoro dipendente oppure parasubordinato, circa un quarto in meno rispetto ad un anno prima e con una contrazione più intensa per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (-36%).

Le persone interessate sono 224mila e la riduzione delle opportunità lavorative interessa parimenti gli uomini e le donne. Sul totale delle assunzioni il peso dei contratti a termine cresce di tre punti percentuali, giungendo all’84% del totale, segnalando così come le aziende oltre a contrarre l’organico rendano più flessibile la manodopera per ricercare sempre maggiori margini d’adattabilità a fronte delle incertezze sull’evoluzione della congiuntura economica internazionale.

La riduzione che si registra negli inserimenti lavorativi è particolarmente significativa nell’industria manifatturiera (- 46%), più che nelle costruzioni (-30%) e nel terziario (-22%). "


5 commenti:

Anonimo ha detto...

investitore avvisato...

http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=12803

Anonimo ha detto...

purtroppo abbiamo (dico abbiamo, perché il precariato in italia l'ha introdotto il governo di centrosinistra con quell'idiozia dei CO.CO.CO., non dimentichiamolo) creato un sistema su misura di imprenditore, per cui la crisi ricade sui poveri diavoli in primis. Un sistema frutto dell'infatuazione della sinistra per il liberalismo. Infatuazione di cui non ci siamo liberati temo. Anche il secondo governo di centrosinistra è stato incapace di eliminare questi contratti di schiavitù e servaggio. E non so quanto sia disposta a contrastarli un domani.

Anonimo ha detto...

http://www.economiaepolitica.it/index.php/distribuzione-e-poverta/la-precarieta-come-freno-alla-crescita/

Anonimo ha detto...

Confindustria: «Ripresa lenta e insidiosa
nel biennio persi 700 mila posti di lavoro»

http://www.corriere.it/economia/09_settembre_09/confindustria_crisi_lunga_3f698bd0-9d19-11de-9e0f-00144f02aabc.shtml

Anonimo ha detto...

Investitore avvisato 2

http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=12804