venerdì 30 aprile 2010
CRISI BURANI: CASSA INTEGRAZIONE A ROTAZIONE PER I LAVORATORI
Con la notizia della cassa integrazione straordinaria a rotazione inizia la fase più dura e complessa della crisi provocata dalla famiglia Burani.
In questi mesi abbiamo assistito all'arroganza con cui questi tycoon di provincia si sono rapportati con la cittadinanza e con i lavoratori: prima del crack le garanzie che avrebbero versato i soldi necessari, poi i rinvii e le rassicurazioni e poi, dopo il crack abbiamo letto della scelta dell'automobile con cui correre il gran premio di Montecarlo, dei beni di famiglia messi al sicuro da tempo, del tentato golpe al consiglio di amministrazione di circa un mese fa ma sopratutto abbiamo assistito al silenzio ingiustificabile di chi pensa di non dover dovere a nessuno delle scuse per l'insensatezza e l'irresponsabilità del proprio comportamento. Cassa integrazione straordinaria a rotazione significa molti lavoratori e quindi molte famiglie in difficoltà: a loro va ancora una volta tutta la nostra solidarietà, il nostro sostegno e la nostra disponibilità.
Ai sindacati e all'amministratore Ruscigno spetta ora il compito di studiare un piano di rilancio industriale in grado di dare la prospettiva di un futuro per l'azienda e per i suoi lavoratori.
Pubblichiamo inoltre un commento a firma "DIPENDENTE NAUSEATO" pubblicato sul forum dedicato alla Crisi Burani dal giornale online Reggio24ore:
Perché i cavriaghesi a cominciare dal loro sindaco Vincenzo Del Monte non riescono ancora ad indignarsi per la terribile situazione venutasi a creare alla Mariella Burani Fashion Group? E? la fine ingloriosa e tardiva, di una famiglia e delle sue giravolte borsistiche, dei suoi giochi funambolici, della sua finanza allegra, delle sue spese folli. Osannato dai media e dalle testate del settore finanziario e non solo, Walter Burani, il patron, è riuscito a quotare in borsa cinque società in sette anni. Per sollecitare alcune riflessioni proviamo a fare alcune considerazioni partendo dai dati cronologici e quindi dai fatti. Nel 2000 viene quotata Mariella Burani Fashion Group (MBFG). Toccati i 27 euro per azione, oggi è carta straccia. Nel 2004 va in borsa Green Vision. L?azione, 25 euro, oggi ne vale 5. Poi è la volta di Bioera. Arrivata a 13 euro, l?azione è quotata oggi circa 1 euro. Nel 2006 viene collocata Antichi Pellettieri. Da 11 euro è scesa 50 centesimi. Nel 2007 si prova con il mercato borsistico di Londra collocando le azioni Burani Holding Design con ingente drenaggio sui mercati finanziari. Nell?agosto del 2008, quando oramai tutto il mondo della finanza e non solo è a conoscenza della gravissima condizione in cui versa il Gruppo Burani e del suo imminente tracollo, l?ultima operazione, forse la più spericolata, che vede coinvolte Burani Holding Design, Mariella Burani Family Holding e un?altra Holding non quotata. La famiglia Burani in otto anni è riuscita a raccogliere, con tutte queste operazioni, ben 370 milioni di euro. Nel frattempo però è riuscita a fare debiti per 700 milioni, così come hanno riferito i p.m. del Tribunale di Milano che hanno chiesto il fallimento. C?è chi dice che i debiti superino addirittura i 1.000 milioni. Negli anni scorsi si è assistito, sui giornali, alla ?promozione?, da parte di Giovanni Burani, sempre ripreso con smagliante sorriso, di tutte le nuove operazioni finanziarie del Gruppo. Decantate, esaltate, magnificate come il frutto di una grande mente finanziaria, di uno stratega dei mercati borsistici e descritto come un vero appassionato di ?turbo finanza?. E? stato facile spendere con i soldi degli altri. Si è visto com?è andata a finire. Non doveva trattarsi quindi di strategie particolarmente raffinate e sottili. Con un pò di fortuna, un altro enorme dissesto avrebbe potuto finire come è sempre accaduto negli ultimi anni in Italia: in una bolla di sapone. E che la famiglia Burani potesse continuare a godere delle sue ricchezze e dei suoi privilegi senza pagar dazio a nessuno. Per tutti i dipendenti, anche per coloro che continuano convintamene a sostenere i Burani, comincerà l?odissea della ricerca di un nuovo posto di lavoro. Ecco perché i cavriaghesi dovrebbero indignarsi e non più esaltare i propri famosi concittadini solo perché li vedono sfrecciare a bordo delle lussuose Ferrari, sapendo che nulla è stato fatto per cercare di sanare l?attuale situazione. Neppure un centesimo è stato reinvestito nell?azienda e tanto meno nelle risorse umane. Dalla famiglia Burani solo belle parole sui giornali, del tipo ?i soldi ci sono?, ?i miei dipendenti prima di tutto?, ?i miei operai sono i miei gioielli?, e null?altro di concreto, nemmeno una parola almeno di scuse o di ammissione di colpa. Cosa penserà adesso il buon sindaco Del Monte di fronte a questa catastrofe, vera e propria tragedia per centinaia di famiglie. Continuerebbe la strenua difesa della famiglia Burani così come fece nella seduta pubblica del consiglio comunale del 15/02/2010 oppure modificherebbe leggermente il suo pensiero? Difficilmente ci sarà dato di saperlo anche perché in questi ultimi tempi pare essersi come eclissato dalla scena sociale. Al di là delle prese di posizione questa è la realtà della famiglia Burani, per anni sulla cresta dell?onda ed oggi letteralmente travolta da quell?onda che loro stessi hanno provocato. Serviranno, forse, le accuse formulate dai Pubblici Ministeri a ristabilire un minimo di giustizia e questo almeno ce lo auguriamo davvero, senza alcun astio ma per senso di giustizia, perché chi ha sbagliato paghi. BUONA FORTUNA A TUTTI.
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