Lo sciopero generale indetto dalla sola Cgil per l'intera giornata di venerdì 25 giugno, trova le sue ragioni nella situazione di gravissima crisi economica, morale, politica e sociale che sta attraversando il nostro Paese, probabilmente la più preoccupante di tutta la sua storia.
Una manovra economico-finanziaria che colpisce sempre e soltanto donne, lavoratori, giovani e pensionati. Una assalto costante, metodico, mirato alla Costituzione, "inferno delle regole" per il presidente del consiglio. La corruzione devastante che ha incancrenito tutto il sistema democratico, arrivando persino a lucrare sulla pelle dei terremotati dell'Aquila. Il ddl sulle intercettazioni che mette a tacere quel poco di stampa libera rimasta, favorendo criminali, mafiosi e farabutti. E ora la tragica trattativa a Pomigliano d'Arco, dove la Fiat, rivestita la camicia nera, intende cancellare il diritto di sciopero, mettendo a rischio tutto l'architrave dei diritti che regolano i rapporti tra azienda e lavoratori. Così facendo, il contratto aziendale
diventa lo strumento per limitare un diritto sancito dall'articolo 40 della Costituzione e su questo il governo ha responsabilità tutt'altro che marginali. Un fatto gravissimo, che creerà un precedente pericolosissimo, con decine di altre grandi aziende italiane pronte a sfruttare l'esito di questa vicenda, per rivendicare anch'esse un maggior potere decisionale a scapito dei diritti, nella
regolamentazione dei rapporti interni. Un passo indietro di ben 65 anni, una deriva reazionaria, letteralmente un salto nel buio e tutto questo le lavoratrici ed i lavoratori italiani devono assolutamente saperlo, perchè una vertenza di questo tipo, seppur a centinaia di km dal loro posto di lavoro, finirà col riguardare qualsiasi fabbrica o azienda del territorio e purtroppo col tempo coinvolgerà tutti i cittadini. Non è certamente ledendo gli spazi di libertà ad ogni livello che si supera un momento drammatico come questo e tantomeno si crea sviluppo e profitto. Oggi in Italia la questione sociale si salda con quella democratica, le regole della nostra Costituzione sono state scritte per tutelare proprio i soggetti più deboli e più a rischio, soltanto difendendole potrà riprendere un profiquo cammino di giustizia sociale e di benessere economico diffuso, non viceversa. Ecco perchè mai come oggi sono giuste le ragioni di uno sciopero.
Federazione della Sinistra
Reggio Emilia
1 commento:
Anche dal Papa può arrivare una possibile risposta alla crisi: durante il primo giorno del Simposio dei docenti universitari, gli economisti spiegano l'enciclica "Caritas in veritate". Ecco il servizio:
http://www.uniroma.tv/?id_video=16574
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