martedì 22 giugno 2010

LE RAGIONI DI UNO SCIOPERO

Lo sciopero generale indetto dalla sola Cgil per l'intera giornata di venerdì 25 giugno, trova le sue ragioni nella situazione di gravissima crisi economica, morale, politica e sociale che sta attraversando il nostro Paese, probabilmente la più preoccupante di tutta la sua storia.
Una manovra economico-finanziaria che colpisce sempre e soltanto donne, lavoratori, giovani e pensionati. Una assalto costante, metodico, mirato alla Costituzione, "inferno delle regole" per il presidente del consiglio. La corruzione devastante che ha incancrenito tutto il sistema democratico, arrivando persino a lucrare sulla pelle dei terremotati dell'Aquila. Il ddl sulle intercettazioni che mette a tacere quel poco di stampa libera rimasta, favorendo criminali, mafiosi e farabutti. E ora la tragica trattativa a Pomigliano d'Arco, dove la Fiat, rivestita la camicia nera, intende cancellare il diritto di sciopero, mettendo a rischio tutto l'architrave dei diritti che regolano i rapporti tra azienda e lavoratori. Così facendo, il contratto aziendale
diventa lo strumento per limitare un diritto sancito dall'articolo 40 della Costituzione e su questo il governo ha responsabilità tutt'altro che marginali. Un fatto gravissimo, che creerà un precedente pericolosissimo, con decine di altre grandi aziende italiane pronte a sfruttare l'esito di questa vicenda, per rivendicare anch'esse un maggior potere decisionale a scapito dei diritti, nella
regolamentazione dei rapporti interni. Un passo indietro di ben 65 anni, una deriva reazionaria, letteralmente un salto nel buio e tutto questo le lavoratrici ed i lavoratori italiani devono assolutamente saperlo, perchè una vertenza di questo tipo, seppur a centinaia di km dal loro posto di lavoro, finirà col riguardare qualsiasi fabbrica o azienda del territorio e purtroppo col tempo coinvolgerà tutti i cittadini. Non è certamente ledendo gli spazi di libertà ad ogni livello che si supera un momento drammatico come questo e tantomeno si crea sviluppo e profitto. Oggi in Italia la questione sociale si salda con quella democratica, le regole della nostra Costituzione sono state scritte per tutelare proprio i soggetti più deboli e più a rischio, soltanto difendendole potrà riprendere un profiquo cammino di giustizia sociale e di benessere economico diffuso, non viceversa. Ecco perchè mai come oggi sono giuste le ragioni di uno sciopero.

Federazione della Sinistra
Reggio Emilia

1 commento:

uniroma.tv ha detto...

Anche dal Papa può arrivare una possibile risposta alla crisi: durante il primo giorno del Simposio dei docenti universitari, gli economisti spiegano l'enciclica "Caritas in veritate". Ecco il servizio:

http://www.uniroma.tv/?id_video=16574

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