mercoledì 18 novembre 2009

A CHI VOLETE DARLA A BERE?


L'acqua pubblica deve essere venduta ai privati: tutto deciso a Roma per decreto. Cosa penseranno gli elettori della Lega Nord? Dopo aver eliminato l'ICI (togliendo cosi autonomia agli Enti Locali), cosa dovrà pensare ora chi vuole essere «padrone a casa sua»?

Che da Roma si decida di vendere l'acqua del "popolo del nord" non piace alla Lega, che lo dice ma intanto vota la fiducia alla vendita dell'acqua pubblica ai privati, al mercato, alla borsa, agli speculatori. Cosa chiederanno in cambio i Lumbard? Altre poltrone da governatore? Altro che Roma ladrona!
Ci chiediamo infine come potranno rispondere alla mozione proposto da Cavriago Comune i consiglieri Casali e Leoni per salvare capra e cavoli.
Voteranno contro, prendendo posizione per la finanza, gli speculatori, i grandi interessi che spingono per la privatizzazione o voteranno a favore, prendendo posizione dalla parte dei cittadini?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tra quattro mesi si torna a votare, sicuramente per le regionali e probabilmente per le politiche. NON DIMENTICATE QUESTA ROBA!

Anonimo ha detto...

l decreto Ronchi prevede liberalizzazioni nel settore dei servizi pubblici. Tra le più importanti quella dell'erogazione idrica
Privatizzazione dell'acqua
Il governo ottiene la fiducia
Cittadinanzattiva: decisione gravissima, cercheremo il referendum. Associazioni dei consumatori: aumenti del 30-40%

ROMA - Con 320 voti a favore il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera sul decreto legge Ronchi che prevede una serie di liberalizzazioni nel settore dei servizi pubblici, tra cui l'erogazione dell'acqua. Contro il governo hanno votato 270 deputati.

La mossa del governo ha suscitato la reazione immediata di Cittadinanzattiva, che ha promesso l'inizio di una raccolta firme per chiedere un referendum. "Il governo si è bevuto la fiducia dei cittadini", ha dichiarato Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva. "Blindando l'acqua nel decreto Ronchi, l'esecutivo ha dimostrato di essere più preoccupato di assecondare gli interessi dei gruppi industriali privati che di regolamentare un settore vitale per la società con la costituzione di una Autorità", ha proseguito.

Secondo le associazioni dei consumatori, la liberalizzazione dell'acqua prevista dal decreto peserà sulle tasche degli italiani con aumenti a due cifre, compresi tra il 30 e il 40 per cento.
Per il Codacons, ad esempio, "si profila una vera e propria stangata". "Se consideriamo in 3 anni il tempo necessario perchè il nuovo sistema vada a regime, alla fine di questo processo il rischio concreto è quello di un aumento medio del 30 per cento delle tariffe dell'acqua".
Ancora più drastico il commento del responsabile dei servizi a rete del Movimento Difesa del Cittadino (Mdc), secondo il quale "gli aumenti in bolletta supereranno il 40 per cento", visto che "si aggiungerà la necessità dei profitto delle Spa con inevitabili conseguenze sulle tariffe".