martedì 5 gennaio 2010

CHE FUTURO PER IL MBFG?


Sui giornali appaiono ormai quotidianamente notizie di natura economica e giudiziaria.
La nostra attenzione sull'argomento (link) e la nostra preoccupazione sono da sempre tangibili, ma manchiamo di informazioni precise. Il sindacato ha espresso in più occasioni timori.
La politca invece tace: sembra (e forse è) inerme innanzi ad un eventuale crollo. Si può solo attendere questo crollo, che significherebbe per la nostra realtà, già colpita dalla pesantissima crisi della metalmeccanica artigiana, un disastro immane?
Forse ci si potrà attivare subito dopo, forse è questo il ruolo di ammortizzatore sociale oggi di un'amministrazione comunale, anche se con limitatissimi mezzi economici. Forse si potrà chiedere l'aiuto della Provincia. E' questo l'unico ruolo che può avere la politica in situazioni come questa? Forse.
Al momento crediamo che la cosa più importante sia fare ora quanta più chiarezza possibile sulla situazione nell'interesse delle centinaia di lavoratori e lavoratrici del gruppo.
-
Immagine by Tritatutto

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sono letto i commenti sull'informazione e vorrei commentare i commenti.
Una volta tanto credo che il sindaco non sbagli di molto e concordo sul fatto che il comune non può fare molto per non dire nulla.
Mentre sentendo parlare di tavolo dele trattative mi domando : trattative con chi?
Esistono compratori o interessati ?
La famiglia Burani avrà intenzione di onorare l'aumento di capitali per la sua parte ?( credo attorno a 50 milioni di € ).
Quali altre trattative possibili,s e pure Mediobanca ci ha mollato su una possibile risoluzione vuole dire che le cose non buttano bene.
Noi siamo preoccupati per i posti di lavoro per i problemi che pone a livello di occupazione a Cavriago, ma a chi altri interessa la produzione ? peraltro di abiti abbastanza costosi.
A pochi !!! fino a quando andava tutto bene interessava di più, ma molto di più l'attività finanziaria , le azioni , il giocare in borsa e l'avere azioni con una buona quotazione.
La produzione se non era un optional era diventatata sicuramente secondaria all'attività finanaziaria.
Compra vendi, vendi e compra si è rotta la macchinetta per fabbricare la moneta virtuale, peccato che si porti via un mucchio di posti di lavoro.
Adesso ditemi con chi si può "trattare" a qualunque livello per salvare i posti di lavoro.

Sono queste le aziende d'eccellenza ?

Anonimo ha detto...

Ciao, premetto che l'articolo su "l'informazione" non rappresenta la linea di rifondazione. Il giornalista cita il PRC perchè chi parla (Jones Reverberi) anni fa è stato consigliere comunale per Rifondazione ma da tempo ha intrapreso altri percorsi. Ciò detto personalmente mi trovi d'accordo sul fatto che il sindaco ha ragione. Cosa può fare un comune in questo momento? Tanto quanto poteva fare al momento della quotazione prima e dell'iperfinanza poi: niente. Purtroppo niente. E questo è un vero dramma. Mi viene da dire che sarebbe necessario ragionare sul ruolo della politica, che non è possibile che il compito delle varie amministrazioni pubbliche sia soltato quello di ammortizzatore sociale. Mi viene da dire che se l'azienda ha 500 milioni di euro di debito questi debiti non possano essere saltati fuori da un mese all'altro, che probabilmente serve un controllo esteno su quanto succede nei CDA delle aziende. Infine mi viene da dire che se, come mi pare di capire dai giornali, i Burani dispongono di almeno 50.000.000 di Euro (50 milioni!!!) di capitale privato ci dev'essere qualcosa che non va in un sistema del lavoro(generico) che fonda la competitività su bassi salari, precarietà, riduzione dei diritti e dei servizi. Purtroppo però questi sono ragionamenti di sistema, che vanno ben oltre le competenenze delle amministrazioni locali. Sarebbe necessario mettere in discussione il modello di sviluppo neo liberista che però, al momento, nessun partito è disposto a fare a parte il PRC.
Luca Brami

Anonimo ha detto...

bene per la precisazione su PRC , ma lo sapevo già.
Quello che volevo fare notare è che c'è ancora un modo di ragionare che viene da antiche scuole che prevede un tavolo delle trattative da aprire tout court, sembra un vecchio slogan.
Ma non dice con chi ne su quali basi ne fa un'analisi dello stato di fatto.
Eppure sono anch'io preoccupato per i posti di lavoro, e non solo per Cavriago, ma per tante aziende del gruppo.
E non solo per i posti di lavoro, ma anche per "la fabbrica" in toto, per quello che rappresenta pe r Cavriago.
Certo è che non ci sono interlocutori, i Burani latitano e gli advisors se ne vanno, con chi ci si può mettere ad un tavolo ?
Resta sempre la possibilità di una copperativa di dipendenti, ma con quali risultati ? e con quanti debiti?

Aggiungo che su un argomento così importante solo 3 commenti ( due miei e uno del gestore) la dicono lunga

Anonimo ha detto...

i lavoratori non si sono mai espressi (fino ad oggi almeno; c'è un gran caos, non si capisce quale sia la situazione reale; che in molti, probabilmente per evitare di creare ulteriore confusione e problemi, sono molto cauti oppure restano alla finestra a guardari;

Anonimo ha detto...

Titolo
Burani: il grande bluff della solidarietà verticale, il nemico è il padrone.