martedì 30 settembre 2008

LO SAPEVATE CHE...


…per il logo qui sopra, per il nuovo Centro Culturale di Villa Sirotti, l’amministrazione ha speso € 12.240,00 (dodicimiladuecentoquaranta euro) di soldi pubblici?

Che se lo chiamavamo solo “Centro Culturale”, il costo era pari a ZERO?

mercoledì 24 settembre 2008

STORIE DI PAESE: 1948

LADRI DI BICICLETTE


Sempre da Piazza Zanti. Un salto indietro di 60 anni. Correva l’anno 1948. L’anno delle prime elezioni politiche italiane (nel 1946 si era eletta l’Assemblea Costituente).

Si sfidano la Democrazia Cristiana e il Fronte Democratico Popolare (che unisce PCI e PSI e altri partiti minori di sinistra). La campagna elettorale ha precise (quanto restrittive) regole, puntualmente disattese. Regole che mirano soprattutto a limitare la capacità propagandistica del PCI, in un’epoca dove la televisione ancora non esiste, e le campagne “mediatiche” (se si può utilizzare questa parola per quel periodo storico) si svolgono attraverso scritte murali, comizi, manifesti. Le scritte murali sono però vietate, e le penali per i trasgressori sono severissime (non era difficile finire di fronte al giudice di Montecchio).

Questo non ferma certo i compagni cavriaghesi, che la notte si organizzano in gruppi armati di vernice e pennello, e dipingono l’immagine di Garibaldi (simbolo della coalizione del Fronte) su muri e facciate di case. Il compagno N. ha il compito di controllare i movimenti dei carabinieri. Piazzato di fronte alla loro caserma, in caso di loro uscita in pattuglia deve impugnare la bicicletta del compagno F. e pedalare per avvisare i compagni nelle vie del paese.

Fu quello che accadde una notte. Il compagno N. si mette in sella, inizia il giro del paese. Strada per strada. Non è facile trovare gli altri compagni, che comunque si spostano. Deve ripercorrere più volte la stessa via. Sale e scende dal sagrato. Risale e ridiscende (non c’erano i gradini, nel 1948). Scende a tutta velocità una volta di troppo: non si accorge della pattuglia dei carabinieri, che travolge. Riesce a risalire in sella e fuggire. Pedala allontanandosi il più possibile, verso via Roncaglio. Attende, decide di tornare per via Girondola. “Alt!”. Jella. Ancora la stessa pattuglia.

Svolta all’interno della falegnameria che allora era in quella via, butta la bicicletta e corre nei campi, seguito dai carabinieri e dal cane di un contadino. Semina i gendarmi, ma si becca un morso dal cane. Comunque è salvo. Il compagno F. in compenso perde la bici, sequestrata. Una bici allora valeva quanto una moto di oggi.

Qualche giorno dopo, i carabinieri incontrano i "rossi", in centro. La sfida tra carabinieri e compagni è proseguita, nonostante la perdita del mezzo per i secondi, in una specie di rimpiattino notturno. Un carabiniere quindi si rivolge sornione al gruppetto dei rossi:

“E allora, questa sera usciamo noi o voi di pattuglia?”

Un umorismo che purtroppo è venuto meno altre volte, quando per un “che dù bali” [“che due palle”] si andava davanti al giudice a Montecchio per oltraggio a pubblico ufficiale.

Una curiosità: il simbolo del FDP era costituito dall’effige bianca di Garibalidi, su stella color verde all’inteno di un cerchio rosso. Durante la campagna elettorale esponenti della DC sostennero che, capovolgendo il simbolo, appariva l’immagine di un volto simile a quello di Stalin. Venne anche creato questo manifesto:

venerdì 19 settembre 2008

IL COMUNE ALLEATO DEI CITTADINI

Settembre. E' tempo di ripresa. Anche se i problemi non sono andati in vacanza, anzi sono lì ad assillarci. Ansie da percezione di insicurezza, economia depressa, stangate ai bilanci familiari dietro l'angolo. Inizia così l'editoriale del Sindaco sull'ultimo numero di "Paese Nostro".
Il comune alleato dei cittadini si intitola. E vediamo come argomenta.
Dice che a Cavriago si sta ancora bene, nella classifica del reddito siamo l'8° comune sui 45 di una Provincia tra le meglio piazzate d'Italia.
Quando come indicatore di benessere si sceglie il reddito andiamo male.
Perchè la domanda da farsi, cari cittadini, care cittadine, è questa: state meglio di un tempo?
La crisi è globale, d'accordo. La finanziarizzazione del capitale ha portato con se inevitabili conseguenze legate al degrado del lavoro e all'aggressione ai diritti: lavoriamo sempre di più, sempre più freneticamente e facciamo sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese, molti di noi vivono l'inferno del precariato.
Ma, mentre si denuncia l'assurdità di un sistema, esso si è affermato come unica via, come pensiero unico, dettato dalla mancanza di alternative. Assistiamo pertanto inermi alla liquidazione degli assetti e alla svendita delle conquiste che i lavoratori avevano faticosamente ottenuto nei decenni precedenti.
Non sono ovviamente questi i problemi che l'amministrazione comunale di cavriago può risolvere direttamente.
Potrebbe invece, per essere davvero "alleata dei cittadini" come dice di essere, mettere in campo delle proposte, delle politiche, dei progetti, che mirino a contrastare l'opera di deculturizzazione e di spoliticizzazione portata avanti dal sistema dei consumi (il cittadino - consumatore) negli ultimi 30 anni.

Potrebbe e dovrebbe, farsi promotorice di una azione politica che metta al centro una ritessitura organica del locale, permettendo alle persone di stare insieme, opponendosi a quel fenomeno che, analisti politici e sociologhi chiamano "le comunità difensive", fenomeno che vede i cittadini sempre più chiusi su se stessi, sempre più diffidenti verso l'altro in generale, sempre più coinvolti in quella "guerra tra poveri" che i telegiornali spingono quotidianamente per fini politici.

E' qui che una amministrazione "alleata dei cittadini" potrebbe e dovrebbe intervenire.

E' qui che questa amministrazione invece fa segnare un risultato negativo ecclatante, attaccando sistematicamente le iniziative dal basso (si ricordino, tra gli altri, i comunicati stampa contro il “Comitato via rivasi ovest” o quelli contro i genitori dell'intercomitato), istituendo organismi di partecipazione fantoccio privi di qualsiasi significato se non propagandistico (come i 100 cittadini o gli incontri di condivisione legati a Villa Sirotti) segnando, con un esasperato decisionismo anni '80, un netto distacco tra politica e cittadinanza.
Viene da dire che gli ex PCI-PDC-DS oggi PD siano rimasti stalinisti senza più essere neanche socialisti. E i risultati si vedono.
Le assemblee pubbliche vedono una bassissima presenza di cittadini (basta pensare che, agli incontri di presentazione del MULTIPLO, erano presenti circa 40 persone delle quali 15 erano rappresentanti dei vari partiti locali e erano 15 addetti ai lavori), i consigli comunali si svolgono davanti ad una, massimo due persone.

E' necessario invertire la tendenza: è a livello locale che si può riaccendere la voglia di politica e contrastare la deriva etica, morale e culturale che permea il sistema Italia e non solo.

Ma non è questa amministrazione che lo può fare.
Come diceva Nenni infatti, le idee camminano sulle gambe degli uomini e, nonostante si sia data una recente riverniciata all'immagine, e si utilizzino parole d'ordine ad altro contenuto valoriale (palesi operazioni di marketing politico), questi uomini e le loro idee li abbiamo già visti all'opera per molti anni.

E' necessario un progetto innovativo, che mobiliti le coscienze e che, partendo dal basso, alla pari tra più soggetti, singoli o organizzati, offra prospettive comprensibili in grado di coinvolgere donne e uomini concreti, facendoli partecipare direttamente alla determinazione delle scelte in cui la democrazia locale si confronta con il potere, riconsegnando loro il potere, offrendo una prospettiva di futuro.
Questa è la nostra proposta: siamo sempre noi i fabbri del nostro destino.

mercoledì 17 settembre 2008

CONTINUANDO A PENSAR MALE



COMUNICATO STAMPA DEL 17 SETTEMBRE 2008

Ieri Vincenzo Delmonte, in merito alle richieste da noi avanzate rispetto al rendere pubbliche le cifre dei costi aggiuntivi della neo costituita azienda speciale per la gestione dei servizi educativi, è andato sui giornali dichiarando: “CavriagoInfanzia, dov’è lo scandalo?”.

Posto che l’indicatore “scandalo” non lo conosciamo e, pertanto, non è mai stato da noi utilizzato per valutare le scelte politiche di questa Amministrazione (ma se il Sindaco dispone di una metodologia scientifica per certificarlo gli chiediamo di renderla pubblica, in modo che sia finalmente possibile ragionare alla pari), dalle parole di Delmonte emerge una cifra, accompagnata da un giudizio sul nostro gruppo, abbastanza significativa: “è veramente penoso il tentativo di polemica sul compenso del Direttore, per sei mesi il suo costo è di 30mila euro”.

Ora, a parte l’incongruenza dell’effettiva e formale durata dell’incarico suddetto (4 mesi) e quanto dichiarato da Delmonte (6 mesi) e della quale chiediamo lumi, poniamo al nostro Sindaco un paio di quesiti di natura politica ed etica rispetto alla scelta del Direttore.

Fatte salve le indubbie competenze e qualità professionali del soggetto individuato (assolutamente certificabili considerato che, prima di andare in pensione, era stato parte organica per molti anni della macchina amministrativa del nostro Comune), come mai in questo caso, un’amministrazione comunale – composta per la maggior parte da un unico soggetto politico, il Partito Democratico, che per tutta la scorsa campagna elettorale ha sventolato la bandiera della “meritocrazia”, non ha previsto una selezione pubblica, ma ha privilegiato la modalità dell’incarico diretto?

Considerati i numerosi incarichi di consulenza svolti a vario titolo dal soggetto individuato sia per il Comune di Cavriago che per altri enti (4 nel 2007 per complessivi 51.174 euro e 6 spalmati nel biennio 2007 - 2008 per complessivi 49.285,20 euro, tutti dati che si trovano sul sito del Comune di Cavriago) avremo un Direttore per 4 mesi a 30.000 euro part-time o a tempo pieno?

Il giudizio di tutta questa vicenda lo lasciamo ai cittadini, a Delmonte chiediamo però: è così “penoso” il nostro interessamento alla gestione della “cosa pubblica”?

Concludiamo rispondendo (anzi ribadendo) a Delmonte che non esiste nessun scollamento (come lui sostiene) tra il nostro partito e i nostri consiglieri comunali, dai quali abbiamo ottenuto le informazioni. C’è invece sicuramente uno scollamento tra amministrazione e cittadini quando l’amministrazione, volutamente, tace sui reali costi delle proprie scelte e utilizza i mezzi di informazione comunali (pagati da tutti i cittadini, come la pubblicazione “PAESE NOSTRO”) non per fare corretta informazione ma solo per pubblicizzarsi.

lunedì 15 settembre 2008

A PENSAR MALE


COMUNICATO STAMPA DEL 15 SETTEMBRE 2008


Nel recente numero di Paese Nostro, la Giunta Delmonte (che, ed è evidente a chinque lo legga, da a quel “Nostro” un significato di proprietà personale), dedica ampio spazio all'istituzione dell'azienda speciale “Cavriagoinfanzia”.

In particolare si può leggere la seguente dichiarazione del Sindaco: “vi dico subito che l'Azienda Speciale costerà di più perchè ci consentirà di aumentare gli investimenti per migliorare l'offerta educativa”.

E' strano leggere ora queste parole dato che, nel maggio del 2008, in consiglio comunale, lo stesso Sindaco dichiarava che la nuova azienda avrebbe potuto “razionalizzare le risorse e quindi ridurre i costi” (complimenti!) non essendo soggetta a tutti i “lacci e lacciuoli” che sono propri delle amministrazioni pubbliche "pesanti".

Ci chiediamo comunque, come crediamo si chiedano molti di voi:
Quanto costerà di più?
Dove verranno reperiti i soldi per affrontare queste nuove spese?
Come verranno spesi questi soldi (cioè come migliora l'offerta formativa)?

Su questi punti, cruciali, l'amministrazione tace, o meglio, ci spiega che presidente e consiglio di amministrazione percepiranno un compenso molto basso, tralasciando di informare i cittadini sull'ammontare del compenso che percepirà il nuovo Direttore, Viviana Tanzi.
Perché si è voluto mettere l'accento sul compenso di alcuni (CdA) tacendo su quello di altri (Direttore, eletto dal CdA)?

Non sarà stato messo in evidenza ciò che può mettere in buona luce l'operazione omettendo ciò che può suscitare le perplessità dei cittadini?

Un vecchio detto democristiano dice che a pensar male si fa peccato ma difficilmente si sbaglia.
Chiediamo quindi all'amministazione di fare chiarezza, anche per il bene delle nostre anime, e utilizzare la propria macchina propagandistica per informare i cittadini sul compenso percepito dal neo direttore e sui criteri che hanno portato il Consiglio di Amministrazione ad operare questa scelta. Beninteso, questo compenso noi lo conosciamo. Ma visto che su "Paese Nostro" c'era un capitolo denominato "I COSTI" [di Cavriagoinfanzia] e che questo importo era taciuto, lasciamo il piacere (e il dovere) di dare una corretta informazione a chi l'ha scritto.


Chiediamo inoltre di dare risposta alle nostre domande spiegando quanto verrà a costare “CavriagoInfanzia” rispetto al passato e dove verranno reperite le risorse per assicurarne il funzionamento.

martedì 9 settembre 2008

STORIE DI PAESE: 1971-73 (CIRCA)


Prosegue la nostra rubrica sui racconti del passato. Anche qui le fonti sono i vecchi compagni, ancora piazza Zanti il luogo dove si raccolgono le testimonianze.

Il periodo questa volta è indefinito, siamo riusciti a circoscriverlo nel triennio 1971-73. A quei tempi la distanza tra piazza Zanti e la piazza Rossa di Mosca era molto più breve di oggi. Delegazioni cavriaghesi varcavano spesso il confine, la cortina di ferro, alla scoperta del paese del Socialismo Reale. E viceversa. Uno scambio culturale che durerà fino all’inizio degli anni ’80. Chi scendeva dall’aereo in terra sovietica, chiedeva di esservi seppellito in caso di morte prematura in trasferta (una voluta citazione/rivincita da/su “il compagno don Camillo”?).

Ma in albergo, ecco la prima, grande, delusione. Nel paese del comunismo realizzato, nel paese che aveva conquistato lo spazio prima degli americani, i compagni cavriaghesi scoprono l’atroce verità. Qualcuno dirà che hanno scoperto l’acqua calda: ovvero che non c’è l’acqua calda. Dai rubinetti esce solo acqua gelata, fumante tanto è fredda. Segue dibattito (e, immaginiamo, bestemmie).

Che fare? Protestare? La delegazione Cavriaghese si interroga e si divide. Si può criticare l’Unione Sovietica, il paradiso in terra dei lavoratori?

Contro i disfattisti, interviene il Compagno C. Senza timore alcuno, apre il rubinetto, mette le mani sotto l’acqua corrente, ed esclama una frase che ancor oggi è citata nei manuali del perfetto comunista cavriaghese:

Mó uêter egh î-v dal fôli, séintîv chì s’lé chêlda, l’é buleînta!
[“voi avete delle balle, sentite qui com’è calda, è bollente!”]

Supponiamo che un principio di congelamento alle mani fosse in atto.
Volere per credere o credere per volere?
Ancor oggi non sappiamo se qualcuno protestò ufficialmente...
[foto: Luca Brami]

giovedì 4 settembre 2008

LA CASA: UN DIRITTO DA 1450 EURO (+IVA) AL MQ.

COMUNICATO STAMPA DEL 04/09/08



I 22 alloggi di edilizia convenzionata per i quali il Comune di Cavriago ha emesso in questi giorni due specifici bandi non hanno nulla a vedere con una seria ed efficace politica abitativa, ma sono in realtà una mera operazione di propaganda finalizzata a velare l’immensa operazione di speculazione edilizia prevista nella zona di Pratonera.

A tal proposito è opportuno ricordare qualche “numero”. Nell’ambito in oggetto il PSC approvato nel 2003 prevedeva per l’edilizia residenziale 13.371 mq di superficie coperta pari, rispetto ad una quantificazione in numero di appartamenti, a circa 148 alloggi. Rispetto a queste cifre era previsto un 30% da destinare ad Edilizia Residenziale Pubblica.

Quanto pianificato dal PSC è stato però completamente stravolto dalla Giunta Delmonte. Nel 2006 infatti una delle tanti varianti al Piano Strutturale e la successiva approvazione del primo POC stabilirono che a Pratonera si potessero destinare per l’edilizia residenziale 19.750 mq, pari a 220 alloggi, di cui un 20% da destinare ad edilizia convenzionata.

Ora - oltre all’evidente variazione quantitativa diventata oramai una marchio di fabbrica di questa Amministrazione che in questi anni non si certo sottratta dal partecipare al diffuso giochino di rigonfiamento della bolla edilizia - occorre fare anche qualche precisazione qualitativa rispetto alle politiche abitative della Giunta cavriaghese.

Per politiche abitative si intende il complesso di strategie, azioni e strumenti idoneo a fronteggiare eventuali situazioni di emergenza abitativa. Tali situazioni sono purtroppo ben presenti anche nel nostro contesto; a tal proposito ricordiamo che le domande per i buoni affitto presentate a Cavriago entro la scadenza dello scorso 20 giugno (l’ultimo bando utile) erano 136. Come ha deciso di muoversi dunque la nostra Amministrazione?

Rispetto all’ambito considerato di Pratonera prima ha cancellato la prevista percentuale di ERP (che sarebbe stata a servizio anche dei suddetti soggetti svantaggiati), poi ha deliberato due bandi per la vendita di alloggi a prezzi convenzionati per soggetti in possesso di requisiti che nulla hanno a che vedere con la criticità sociale sopradescritta. Leggendo i bandi si scopre infatti che il requisito fondamentale per potervi partecipare è quello della “residenzialità”. I bandi non danno priorità al criterio “reddito” (come solitamente si usa fare in questi casi al fine di favorire i soggetti economicamente meno abbienti), ma in essi si stabilisce che tali alloggi a prezzo convenzionato potranno essere acquistati solo da soggetti residenti a Cavriago da un certo periodo di tempo.

Paradossalmente quindi si può produrre l’effetto che il figlio di un ricco imprenditore residente a Cavriago da diversi anni possa ottenere un appartamento in edilizia convenzionata a discapito di uno dei suddetti 136 soggetti/nuclei famigliari che hanno fatto domanda per i buoni affitto (o di altri soggetti economicamente meno abbienti del figlio dell’imprenditore) perché questi non risiedono nel suolo cavriaghese dal periodo previsto nel bando.

Secondo noi questa operazione è tutto fuorché giustizia sociale.
- Perché non c’entra nulla con il classico welfare solidaristico del nostro territorio.
- Perché questa “politica residenzialista” puzza tanto di leghismo.
- Perché questa pratica è anticipatrice del nuovo “Piano Casa” berlusconiano che, come in questo caso, da un lato propone un netto disimpegno rispetto all’aumento del patrimonio pubblico relativo all’edilizia abitativa, dall’altro cerca di rilanciare l’offerta immobiliare attraverso accordi di edilizia convenzionata con i privati.

In conclusione - considerata la straordinaria variante urbanistica che ha interessato Pratonera (50% in più di alloggi rispetto a quelli previsti inizialmente) - ci chiediamo: è dunque “sociale” alimentare, anche attraverso l’edilizia convenzionata, una spropositata crescita della rendita immobiliare?

martedì 2 settembre 2008

STORIE DI PAESE: 1951

Inauguriamo una nuova rubrica, chiunque volesse dare il proprio contributo con racconti o approfondimenti, può scrivere a: prc_cavriago@email.it.

Sono i racconti dei nostri concittadini più anziani, quelli che ascolti la domenica mattina in Piazza Zanti, o che hai sentito la sera in un bar. Storie che non devono e non possono andar perdute.



Questa è del 17 agosto 2008, a raccontarla Enzo Fosselli, con lui il Nedo e Guido Foracchia, dopo il solito scambio di battute sul “chi sia più comunista, chi ancora comunista e chi no”, un dibattito classico delle domeniche cavriaghesi, specie tra piddini e rifondaroli. Il “nostro” Guido deve rimproverare almeno una volta a settimana chiunque in passato, in una qualsiasi occasione, non ha espresso il voto per la falce e martello, preferendogli una lista riformista o socialista o di centro-sinistra o che altro.

Poi però si passa ai ricordi. Quelli accomunano tutti.

Proprio Fosselli ricorda l’inverno del 1951, nel lontano oriente infuria la guerra di Corea, tra il nord comunista (appoggiato da Cina e URSS) e il sud nazionalista filo-USA (appoggiato anche dall’ONU e da diversi paesi occidentali). E i compagni cavriaghesi decidono per un’azione simbolica.
Nonostante il freddo, in piena notte, armati di scala, tre compagni entrano nel sagrato della chiesa di San Terenziano. Con fatica, impiegandoci più di due ore, uno di loro riesce ad arrampicarsi sull’albero più alto, fin sulla cima. Fa quel che deve fare, ridiscende. Al mattino, su Cavriago sventola una bandiera della Pace, con la colomba bianca di Picasso, visibile fin dalla ferrovia, dove i macchinisti e i controllori la indicano ai passeggeri della Reggio-Ciano. Sventola sulla piazza, su molte vie del paese, ben visibile a tutti. I giornali ne parlano, soprattutto la gente ne parla.
Ricordiamo che negli agli anni ’50 era un simbolo che non poteva essere esposto su un edificio pubblico. Chi lo faceva era perseguibile a norma di legge. I carabinieri e il parroco di allora, Don Remo, masticano amaro.
Quest’ultimo cerca di toglierla con l’aiuto di un contadino, ma invano. Troppo in alto il vessillo, troppo rischioso. Ci vorrà più di un mese per riuscire nell’intento, con la giusta attrezzatura.
Alle elementari, nell’ora di religione obbligatoria, i bambini di 12-13 anni accusano il prete: “se avete tolto la bandiera della pace vuol dire che siete per la guerra, che non volete la pace!”. Il prete: “la bandiera è da me, se qualcuno la rivuole può venirmela a chiedere, altrimenti la userò per pulirmici le scarpe”. Don Remo si rifarà durante la guerra del Vietnam, a fianco finalmente del movimento pacifista.

Da qualche parte dovrebbe esserci una foto di quella bandiera, che svettava sul paese. Se qualcuno volesse mandarcela, la pubblicheremmo volentieri.


Chiediamo scusa se abbiamo commesso errori. Non facciamo i nomi dei 3 compagni dell’impresa, se non quello dello stesso Enzo Fosselli, che ci ha detto di non aver problemi nell’essere citato. Tutto dovrebbe essere caduto in prescrizione ormai, ma preferiamo che si esprimano loro stessi. Se vi sono inesattezze, se qualcuno vuole integrare, lo spazio dei commenti è disponibile!