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martedì 18 gennaio 2011

L'OPERAIO CHE VOTA LEGA


Politicamente il voto di mirafiori porta ad alcune riflessioni interessanti rispetto ad un luogo comune di questi anni, quello dell'operaio iscritto alla FIOM che vota Lega Nord. Quel 46% di lavoratori che, nonostante il ricatto, ha votato no a testa alta, può sentirsi rappresentato dal partito di Bossi e di Cota?

Sappiamo bene che l'accordo di Mirafiori riguarda tutti noi, che cambia radicalmente il rapporto tra capitale e lavoro, è un colpo di reni della borghesia più reazionairia politicamente ben rappresentata da parte del PD e dal governo con Sacconi, Berlusconi e la Lega Nord, con Cota, Governatore del Piemonte che dichiara: "Penso che ai lavoratori interessi lavorare. L'accordo di Mirafiori garantisce lavoro ed investimenti. Dunque è normale che i lavoratori siano d'accordo e i sindacati sottoscrivano. E chi non sottoscrive, rimane da solo".

Per quanto tempo ancora gli slogan di "Padroni a casa nostra" e di "Roma Ladrona" e le pagliacciate dei vari esponenti leghisti riusciranno a distogliere l'attenzione dalle questioni politiche principali che coinvolgono questo partito?

I cittadini, i lavoratori aprano gli occhi davanti al grande inganno leghista: un partito al governo per 8 degli ultimi 10 anni che ha collezionato solo fallimenti politici ma che ha ben saputo infilarsi in tutti i luoghi del potere economico (come abbiamo visto anche nella nostra provincia con l'affare Lusetti), un partito pienamente padronale ma che si spaccia per operaio.

Questa è la Lega, il partito che per 15 anni si è assunto la responsabilità di tenere in piedi i governi Berlusconi.

martedì 31 marzo 2009

NOI E LA CRISI: INSIEME PER COSTRUIRE UN FUTURO DIVERSO



Pubblichiamo la lettere inviata nei giorni scorsi da Mirto Bassoli, segretario generale CGIL di Reggio Emilia, ai partiti e alle associazioni.

Come saprete la CGIL ha indetto una grande manifestazione nazionale che si svolgerà al Circo Massimo, a Roma, il prossimo 4 aprile.
Si tratta del punto culminante di una complessa fase di mobilitazione che ha visto la CGIL impegnata con diverse iniziative (13 febbraio Pubblico Impiego e Metalmeccanici; 5 marzo Pensionati; 18 marzo Scuola, Università e Ricerca), insieme allo straordinario sforzo messo in campo per promuovere la consultazione democratica delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati sull’Accordo separato del 22 gennaio 2009 in materia di assetti contrattuali.
Questa fase segue quella svolta tra settembre e dicembre u.s., finalizzata a contrastare la politica economica e sociale del Governo e sostenere le proposte della CGIL per affrontare la grave crisi economica in atto.
Le parole d’ordine scelte per la manifestazione del 4 aprile “Futuro si, indietro no:
– giù le mani da salari, pensioni, libertà’ E diritti
- Insieme per costruire unfuturo diverso, più democratico e solidale, indicano con chiarezza le priorità al centro della nostra iniziativa:
- La gravità e il peggioramento in atto della crisi economica, gli effetti che sta producendo sul piano sociale, la necessità di ottenere provvedimenti diversi e urgenti da parte del Governo per rispondere alla emergenza in atto e per dare concrete soluzioni alla condizione di pesante disagio sociale di lavoratori e pensionati;
- L’intesa separata sul modello contrattuale, che la CGIL ritiene di dover contrastare per i contenuti regressivi che propone e perché rischia di peggiorare ulteriormente i diritti, la contrattazione collettiva e la condizione retributiva delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro Paese;
- La “questione democratica”, che emerge sempre più evidente, anche nei contenuti dei provvedimenti in materia sociale e di lavoro, sia quelli sin qui decisi, sia quelli annunciati nei prossimi mesi da parte del Governo.